lunedì 25 febbraio 2013

Florence for free-Firenze Gratis/ FEBBRAIO 2013

   FLORENCE FOR FREE-  FIRENZE   GRATIS  2013


 28 Febbario 2013

ConcerTiAmoBeethoven - concerto per pianoforte e orchestra, musiche di Beethoven   

NOTE DI PRIMAVERA
ConcerTiAmoBeethoven
Con un’introduzione di Michele Dall’Ongaro
L. van Beethoven: Concerto per pianoforte e orchestra n.1 in Do maggiore, op.15
L. van Beethoven: Sinfonia n.1 in Do maggiore, op.21
vincitore del concorso per solisti classi di perfezionamento pianoforte
Orchestra Galilei
Nicola Paszkowski direttore
Dateil: 28/02/2013

LuogoAuditorium Cosimo Ridolfi Banca CR Firenze
via Carlo Magno, 7 (FIRENZE)

OrganizzatoriScuola di Musica di Fiesole
Tel. 0555978548
ore 21 - ingresso libero
  info e prenotazioni: r.crescioli@scuolamusica.fiesole.fi.it

INFO
055 5978548





26 Febbario 2013


 Short Time II - nuove creazioni per Maggiodanza  
  Piccolo Teatro
Giovedì 21 febbraio 2013, ore 20.30
Sabato 23 febbraio, ore 18.00
Domenica 24 febbraio, ore 20.30
Martedì 26 febbraio, ore 15.30

Short Time è il primo contest in Italia ad offrire un’occasione davvero straordinaria a giovani coreografi di talento: eseguire -realizzate da MaggioDanza- le proprie creazioni dinnanzi a un parterre di critici, che può dare loro, dopo un’attenta valutazione, l’opportunità di creare uno spettacolo per le stagioni di balletto a Firenze.

Si tratta di una vetrina, ideata da Francesco Ventriglia, per dischiudere alla critica nazionale ed internazionale, al pubblico appassionato e agli addetti ai lavori, un laboratorio dall’alta qualità artistica, che mette gratuitamente a disposizione dei giovani talenti della danza contemporanea: il Corpo di Ballo del Maggio Musicale Fiorentino, il palcoscenico, la struttura ed i servizi del Teatro fiorentino; una think-tank ideata per rinnovare, creare, sperimentare.

Quest’anno il contest Short-Time è stato programmato al Piccolo Teatro (21-16 febbraio), in contemporanea a Danzainfiera (21-24 febbraio), per sancire e consolidare una collaborazione sul territorio fiorentino, molto attento e attivo nei confronti della danza.

INFO
055 2779350 

 il: 21/02/2013
il: 23/02/2013
il: 24/02/2013
il: 26/02/2013

LuogoPiccolo Teatro del Comunale
Corso Italia, 12 - 50123 (FIRENZE)

OrganizzatoriTeatro del Maggio Musicale Fiorentino - Fondazione
Tel. 055 2779350 (info)




25 Febbario 2013

Firenze, un nuovo direttore per la Galleria dell'Accademia

Angelo Tartuferi subentrerà da maggio a Franca Falletti

Franca Falletti, Angelo Tartuferi e Cristina Acidini  davanti al «David»Firenze. Cambio di direzione alla Galleria dell’Accademia: Angelo Tartuferi succede a Franca Falletti, che lascia il museo dove entrò come vicedirettrice nel 1981 (dopo la laurea nel 1974 Firenze con Roberto Salvini e Ugo Procacci ed il perfezionamento) e del quale assunse la direzione nel 1992, svolgendo con grande passione il suo incarico: ricordiamo il progetto di allestimento della gipsoteca di Lorenzo Bartolini, della collezione di tavole a fondo oro fiorentine e del museo degli strumenti musicali del Conservatorio di musica Luigi Cherubini; ma anche la direzione del restauro del David di Michelangelo dal 2002 al 2004, con il coordinamento delle indagine conoscitive che ha coinvolto numerose istituti di ricerca italiani ed europei, nonché la promozione di mostre ed eventi anche di arte contemporanea quali «Forme per il David. Baselitz, Fabro, Morris, Kounellis, Struth» nel 2004, «Robert Mapplethorpe. La perfezione della forme» nel 2009 e «Arte torna arte» nel 2012.
Angelo Tartuferi, nato a Firenze nel 1957, si è laureato a Firenze con Mina Gregori nel 1982, perfezionandosi nella stessa Università nel 1986 e conseguendo il dottorato nel 1989, con una tesi confluita nel volume “La pittura a Firenze nel Duecento” (1990). Dal 1982 al 1989 è stato collaboratore di Miklós Boskovits nella redazione del Corpus of Florentine Painting. Tartuferi, che ha avuto incarichi di docenza presso l’Università di Firenze e ora a Perugia, è riconosciuto specialista anche in ambito internazionale, della pittura del Medioevo e del tardogotico, autore di saggi e contributi su riviste quali «Paragone», «Arte cristiana», «Antichità Viva» , «Revue de l’art» e di numerose voci di The Dictionary of Art e del Dizionario Biografico degli Italiani. Storico dell’Arte del Ministero per i Beni e le Attività culturali dal 1990, è stato dal 1997 al 2006 vicedirettore della Galleria dell’Accademia di Firenze, dove ha tra l’altro realizzato un nuovo allestimento dei dipinti antichi (XIII-XV) e curato la pubblicazione del primo volume del catalogo scientifico (2003), insieme a Miklós Boskovits. Dal 2000 è direttore dell’Ufficio Esportazione Oggetti di Antichità e di Arte della Soprintendenza fiorentina.
Direttore dal 2006 del Dipartimento Arte dal Medioevo al Quattrocento della Galleria degli Uffizi, e vicedirettore del museo dal 2009, sarà ora sostituito da Daniela Parenti, finora alla vicedirezione della Galleria dell’Accademia, mentre al posto della Parenti alla Galleria dell’Accademia arriva Lia Brunori, già vicedirettrice del Museo di San Marco.
di Laura Lombardi, edizione online, 25 febbraio 2013





25 Febbario 2013

Galleria dell'Accademia       25-02-2013 | 25-02-2013


Con questo evento musicale, lunedì 25 febbraio alle ore 21.00, si conclude la più che trentennale attività dell’attuale direzione del museo; la serata intende essere l’occasione per un saluto e un ringraziamento agli amici, alla città e a tutti coloro che cercano la Forma nella materia.
Ingresso gratuito fino ad esaurimento posti
In allegato l'invito col programma della serata.
La S.V. è invitata al concerto
NON FINITO
Galleria dell’Accademia
via Ricasoli 58 - Firenze
Lunedì 25 febbraio 2013
ore 21
Cristina Acidini
Soprintendente
Franca Falletti
Direttrice della Galleria dell’Accademia
Con questo evento musicale si conclude la più che trentennale attività dell’attuale
direzione del museo; la serata intende essere l’occasione per un saluto e un ringraziamento
agli amici, alla città e a tutti coloro che cercano la Forma nella materia.
Ingresso gratuito fino a esaurimento dei post





22 Febbario 2013

A Parigi Chagall tra guerra e pace

Marc Chagall, «Il cavallo rosso», 1938-44Parigi. «Non ci sono favole nelle mie pitture. Tutto il nostro interiore è realtà, forse ancora più reale del mondo apparente». Marc Chagall parlava così delle sue opere, un mondo popolato di esseri fantastici, metà uomini, metà animali. Personaggi che sembrano usciti dal mondo del sogno e che solo in apparenza sono privi di ogni riscontro nella realtà. È con questa chiave di lettura che si è aperta al Musée du Luxembourg di Parigi la mostra «Marc Chagall, tra guerra e pace», che si terrà fino al 21 luglio. Il museo espone un centinaio di opere dell’artista russo (naturalizzato francese) nato nel 1887 in una famiglia di confessione ebraica a Vitebsk, una cittadina nell’attuale Bielorussia. La mostra parigina inserisce l’originale artista nel turbinio della Storia: «Chagall è vissuto a lungo, è morto a 98 anni, nel 1985, e ha conosciuto le due guerre mondiali, la Rivoluzione russa, l’esilio negli Stati Uniti. Ogni sua opera descrive l’incontro tra eventi esterni, politici e storici, sanguinosi e violenti, e il suo mondo interiore, immaginario e poetico», ha spiegato la curatrice Julia Garimorth-Foray, la quale ha ripreso il progetto intrapreso dal marito Jean-Michel Foray, grande esperto di Chagall, morto l'estate scorsa. Al Luxembourg ci sono alcune tra le opere più belle dell’artista. Come «Gli innamorati in verde», una tela ispirata al Cubismo dipinta negli anni della Grande Guerra: nel 1914 Chagall era rientrato in Russia dopo aver trascorso tre anni a Parigi (dove si era avvicinato agli artisti di Montparnasse) per ritrovare la fidanzata, Bella Rosenfeld, che sposò poi nel 1915. Degli anni della Rivoluzione russa (1917) c’è l’Ebreo errante di «Sopra Vitebsk». Del 1939, «Sogno di una notte d’estate», realizzato una volta lasciata la Russia, prima per Berlino e poi di nuovo per Parigi. Quando fuggì la Francia per New York, nel 1941, Chagall dipinse «La Guerra», con le sue distruzioni e le sue follie, e nel ’43 il trittico «Resistenza, resurrezione, liberazione» che mette in scena il calvario del popolo ebraico.
di Luana De Micco, edizione online, 22 febbraio 2013


  • Marc Chagall, «La danza», 1950-52
  • Marc Chagall, «La guerra», 1943











VARIE 2013
EVENTI FIRENZE




Il segreto del mio successo? Goupil

A Palazzo Roverella una mappatura degli acquisti favoriti dalla famosa scuderia parigina, che contava anche 100 artisti italiani

Antonio Mancini, Adieu Paris! (The Customs),  Olio su tela, Londra, National GalleryRovigo. Più che una scuderia, come era stata definita all’epoca, era una scuola di artisti: si tratta della Maison Goupil, fondata a Parigi da Adolphe, insieme al mercante tedesco Henri Rittner, nel 1829, e operativa, con diverse filiali europee e statunitensi, fino al 1919.
Ben introdotta negli ambienti del Salon, ma attiva anche nella promozione degli impressionisti, la Maison era un punto di riferimento imprescindibile per gli artisti italiani, e non solo, che soggiornavano nella capitale francese, ai quali offriva un contratto generoso e, soprattutto a partire dagli anni Sessanta dell’Ottocento, la diffusione delle loro opere, grazie a un sistema moderno di riproduzione fotografica o a stampa. In cambio suggeriva di fare qualche concessione al gusto prevalente. Motivo, questo, del probabile attrito, con rescissione del contratto, tra la Maison e De Nittis. La mostra «Il successo italiano a Parigi negli anni dell’Impressionismo: la Maison Goupil» (catalogo Silvana Editoriale), dal 22 febbraio al 23 giugno a Palazzo Roverella, ripercorre questa interessante storia, grazie alle ricerche che il curatore, Paolo Serafini, ha condotto per anni negli archivi del Museo Goupil di Bordeaux e in quelli del Getty Research Institute di Los Angeles. In questo modo è stata ricostruita la mappa delle opere comprate dai collezionisti di tutto il mondo. Caso esemplare è quello di Giovanni Boldini, presente con una ventina di quadri, alcuni rinominati e non più esposti da molto tempo. Tra le opere riscoperte, anche «Enfin… Seuls!» di Edoardo Tofano, una vera icona della Maison in collezione privata, non più esposto da sessant’anni, o «Un matrimonio in Basilicata» di Giacomo Di Chirico, proveniente dal Messico, acquistato alla Promotrice di Napoli nel 1877 da Goupil, che lo fece esporre a Parigi e successivamente in altre capitali europee, ma che da allora non è più stato visto. Tra i cento artisti italiani presenti negli inventari figurano nomi famosi come Giuseppe De Nittis con «La strada da Napoli a Brindisi», opera molto apprezzata nel Salon del 1872; Antonio Mancini con il «Saltimbanco» dal Philadelphia Museum; Domenico Morelli con «Cesare Borgia a Capua», affiancato dalle relative incisioni, oltre al già citato Boldini.
di Lidia Panzeri, da Il Giornale dell'Arte numero 328, febbraio 2013


  • Eugenio De Blaas, Pulcinella in convento,  Olio su tela, collezione privata
  • Giacomo Di Chirico, La sposa del prefetto – Olio su tela, collezione privata   Un matrimonio in Basilicata, prima volta dal 1877 Promotrice di Napoli dove Goupil l’ha comprato


Firenze

Il miglior collezionismo parla sottovoce

Al Museo Marini un ciclo dedicato alle meno note raccolte private italiane d’arte contemporanea svela passioni raffinate e investimenti vincenti

Piotr Uklanski, «Untitled (Stephanie Seymour, the Super Model)», 2007. Stampa a getto d'inchiostro su PVC 300 x 587 cm / 118 x 231 inches Courtesy collezione Sandra e Giancarlo Bonollo. Photo Dario LasagniFirenze. Al Museo Marino Marini prende il via un nuovo progetto annuale «The Player. Viaggio nelle passioni contemporanee», un’indagine su collezioni private italiane d’arte contemporanea meno conosciute dal grande pubblico. Abbiamo intervistato Alberto Salvadori, dal 2009 alla direzione del museo che ospita la collezione delle opere di Marino Marini donate al Comune di Firenze.
Perché questo interesse per il collezionismo privato?
Questo ciclo di mostre dialoga con la vocazione di Firenze al collezionismo: una città dove i musei d’arte antica e moderna hanno origine quasi tutti da collezioni private. Lo stesso Leon Battista Alberti, la cui Cappella Rucellai è contigua a questo edificio e alla quale si può ora accedere dal museo stesso, lavorò per mecenati privati. Metaforicamente si può dire che le collezioni private sono un po’ come un «deposito», che esponiamo a rotazione, in mostre tematiche, come si fa nei grandi musei.
Da qui il titolo «The player», lo stesso del film di Robert Altman?
Il titolo fa riferimento al doppio significato che può avere la parola in inglese. «Player» è l’attore ma anche il giocatore, che sintetizza il meccanismo del collezionista. Sandra e Giancarlo Bonollo, i protagonisti di questa edizione, hanno riunito, con raffinatezza, discrezione e intelligenza, opere di artisti di fama internazionale, acquistate al di fuori del circuito delle aste e in anni in cui quei nomi non erano ancora così noti. Per esempio, in mostra si trova uno dei primi lavori di Urs Fischer, o di Giuseppe Gabellone. Nei Bonollo, che conducono un’esistenza molto appartata nei pressi di Vicenza, la passione per l’arte si accompagna a quella per la letteratura e il cinema.
Gabriel Orozco, Simon Starling, Darren Almond, Rineke Dijkstra, Damián Ortega, Sarah Lucas, Stefano Arienti, Tacita Dean, Jeremy Deller, Mona Hatoum, Eliasson, Pawel Althamer, Piotr Uklanski, Keith Edmier & Farrah Fawcett, Marepe: qual è il legame tra i lavori selezionati?
Direi quello del viaggio nel senso più esteso del termine: viaggio come spostamento, ma anche viaggio con la mente, il peregrinare in cerca di qualcosa, per giungere a nuove visioni della realtà. D’altronde la personalità di alcuni di questi artisti è evocata anche dai film che presentiamo, grazie alla ormai consueta collaborazione con «Lo schermo dell’arte film festival».
In tre anni il museo ha acquistato una sua fisionomia nel panorama contemporaneo, producendo progetti con artisti giovani, come la mostra, in corso, di Andrea Kvas, «Campo», a cura di Barbara Casavecchia, per il ciclo «Early one morning», e svolgendo numerose attività collaterali. Da dove provengono i fondi?
La Fondazione Marino Marini di Pistoia, privata, gode di una partecipazione del Comune di Firenze, che si fa carico delle spese dell’esercizio ordinario. A questo si affianca la nostra attività di fundraising, e quest’anno abbiamo dalla Regione Toscana un sostegno di 26.200 euro.
di Laura Lombardi, da Il Giornale dell'Arte numero 328, febbraio 2013


  • Alberto Salvadori, photo Dario Lasagni

 

 

 Qui Picasso aveva trovato l’America

La storia dell’amore ricambiato tra la capitale dell’Illinois e il genio spagnolo

Pablo Picasso, «Minotauro e cavallo ferito», 1935. The Art Institute of Chicago, dono anonimo. © 2013 Estate of Pablo Picasso / Artists Rights Society (ARS), New York.Chicago (Stati Uniti). La mostra «Picasso e Chicago», che si apre all’Art Institute dal 20 febbraio al 12 maggio, propone più di 250 opere della collezione del Museo oltre a prestiti da collezioni private della città e non solo. A questa si aggiungono dieci mostre satellite che esaminano le fonti di ispirazione dell’artista spagnolo, dall’arte africana a Paul Cézanne. Pur non avendo mai visitato l’America, Picasso aveva un debole per Chicago, dove vivevano molti collezionisti che accolsero con immediato favore il suo lavoro. L’occasione per questa celebrazione è il centenario dell’Armory Show del 1913, una cui versione in scala ridotta venne ospitata dall’Art Institute dopo il suo debutto newyorkese (cfr. l’articolo a p. 34). Tra le 700 opere di arte moderna che all’epoca giunsero a Chicago, ve n’erano infatti alcune di Picasso. Stephanie d’Alessandro, curatrice di arte moderna del Museo e della mostra, spiega come un disegno di Picasso del 1906 raffigurante una contadina, appartenente alla collezione dell’Art Institute, abbia un significato speciale, poiché si tratta della prima opera di Picasso vista negli Stati Uniti quando fu esposta da Alfred Stieglitz nella sua galleria nel 1911.
Collezionisti di Chicago come Frederic Clay e Helen Birch Bartlett permisero al Museo di entrare in possesso di opere di Picasso a partire dagli anni Venti. Tra queste, «Il vecchio chitarrista» del 1903-04. L’ammirazione della città per l’artista culminò nella commissione di una scultura monumentale presentata nel 1967 davanti al Richard J. Daley Center. Alto più di 15 metri e dal peso di 162 tonnellate, l’enorme volto umano fu un dono dell’artista, che rifiutò un assegno da 100mila dollari. A corteggiare assiduamente Picasso per quell’opera fu il celebre architetto di Chicago William Hartmann. Quando l’artista scoprì che l’Art Institute possedeva «Madre con bambino» del 1921, donò ad Hartmann il frammento di una tela che raffigurava un uomo con un pesce in mano, dicendogli di consegnarlo al Museo; loro avrebbero capito di cosa si trattava. I conservatori confermarono infatti che l’opera faceva parte della composizione originaria e ritraeva il padre del bambino, di cui si erano perdute le tracce.
di Javier Pes, da Il Giornale dell'Arte numero 328, febbraio 2013
 
 
 
 
 

Firenze, tre giornate di studio per Lorenzo Bartolini

Si presentano anche la donazione dell'archivio dello scultore e il database online delle sue opere

I modelli e i calchi in gesso delle opere di Lorenzo Bartolini sono esposti al pubblico nella Gipsoteca della Galleria  dell’Accademia Firenze. A Lorenzo Bartolini (Savignano di Prato 1777-Firenze 1850) sono dedicate tre giornate di studio alla Galleria dell’Accademia e al Gabinetto Vieusseux dal 17 al 19 febbraio, cui parteciperanno una trentina di studiosi italiani e stranieri.
L'iniziativa fa seguito alla prima mostra monografica dedicata allo scultore nel 2011 alla Galleria dell'Accademia, che ha visto esposte moltissime opere poco accessibili al pubblico e inediti assoluti, richiamando quindi l’interesse degli studiosi che in occasione di questo convegno presenteranno gli esiti delle nuove ricerche. Proprio nella Galleria dell'Accademia, in una grande sala al piano terreno, è esposta dal 1983 la collezione dei modelli originali in gesso dello scultore  cui si deve la conquista di una nuova attenzione alla realtà fenomenica del dato naturale, fondamentale per gli sviluppi dell'arte della seconda metà dell'Ottocento.
Il 17 febbraio, a partire dalle ore 18.30, saranno presentate due iniziative di grande importanza: la donazione, da parte della Fondazione non profit Friends of Florence, dell’archivio dello scultore e il database online delle sue opere. Le carte di Lorenzo Bartolini provenienti dalla maggiore delle sue tre figlie, Paola Napoleona, attraverso il ramo degli eredi Pianetti Lotterighi della Stufa, erano raccolte senza un ordine logico, in conseguenza di passate donazioni, divisioni e dispersioni. Ora, riordinate e catalogate, sono divenute patrimonio a disposizione di tutti gli studiosi. Il database è un lavoro di grande impegno e tuttora in progress, uno strumento prezioso per portare alla luce opere disperse, fare nuove attribuzioni e identificazioni di soggetti a oggi ignoti (www.polomuseae.firenze.it/bartolini).
 
 
 
 
Il Mito, il Sacro, il Ritratto, dipinti dai depositi della Galleria Palatina.  
  La Sala delle Nicchie nella Galleria Palatina, è la sede della mostra Il Mito, il Sacro, il Ritratto, dipinti dai depositi della Galleria Palatina. Si tratta di una breve antologia che vuole essere l’occasione per avvicinare il pubblico alla conoscenza di un patrimonio d’arte inesauribile e sempre sorprendente, frutto della lunga vicenda del collezionismo mediceo e del vincolo indissolubile che la famiglia regnante volle fissare con Firenze, legandole la permanenza dei loro tesori “per ornamento per lo Stato, e per utilità del Pubblico, e per attirare la curiosità dei Forestieri”.

I diciannove dipinti qui riuniti raccontano le vicende dei luoghi di provenienza, i palazzi e le ville granducali, dei committenti che le avevano richieste ai pittori più in voga al momento, o che le avevano acquistate sul mercato antiquario, spinti dal desiderio di arricchire le loro raccolte.

La mostra è inclusa nel biglietto d’ingresso alla Galleria Palatina.
Non ci sono ulteriori variazioni sul costo del biglietto.



Date    da: 17/04/2012 - a: 30/03/2013

LuogoGalleria Palatina (Palazzo Pitti)
piazza Pitti, 1 - 50125 (FIRENZE)

OrganizzatoriSoprintendenza speciale per il Polo Museale fiorentino
Tel. 055294883



INFO
055 2388616 





Walter Angelici - Il contenitore dei ricordi - mostra di arte contemporanea
 

    Questa bellissima mostra riunisce oltre quaranta opere dell'artista italiano, apparso agli occhi della critica europea come vivace e innovativa figura dell’arte contemporanea capace di segnare i nuovi svolgimenti dell'immagine, autentico segnale di nobiltà.

Date  da: 10/11/2012 - a: 10/05/2013

LuogoPalazzo Borghese
via Ghibellina, 110 - 50122 Firenze (FIRENZE)
orario: dal lunedì al sabato dalle ore 9.00 alle 17.00; la sera ad eventi.
ingresso libero

INFO
055 2396293 – 2382041

 






 Alla riscoperta della Dimora delle Nevi - mostra fotografico-documentaria nel Centenario della Spedizione De Filippi 1913-14 in Asia Centrale
    Cento anni fa Filippo De Filippi organizzava una grandiosa Spedizione in Asia Centrale, la più importante fra tutte, per il progresso della conoscenza, specialmente scientifica, del Karakorum.
A un secolo di distanza, la Società di Studi Geografici, il Dipartimento di Studi Storici e Geografici, il Museo di Storia Naturale dell’Università di Firenze,il Comitato Ev-K2-CNR e la Società Geografica Italiana intendono promuovere il centenario della Spedizione con una mostra fotografico- documentaria illustrata da preziosi materiali originali.

De Filippi Centenary
Filippo De Filippi 1913-14 Expedition Centenary PDF Print E-mail
A hundred years ago Filippo De Filippi organised a great Expedition to Central Asia. This proved important above others in promoting knowledge of the Karakoram, especially in the scientific field. There are several reasons for interest in this early 20th century  Karakoram expedition: the position (bitterly contended between Pakistan and India) on the border along the neighbouring Siachen-Rimu glaciers; reawakened interest in exploration and particularly Italy’s contribution in this field; the attraction of new forms of tourism; lastly and importantly, the recognition that our scientific heritage should be cared for and used appropriately. The Karakoram in the northern Pakistan range, which includes K2 and other exceptional high altitude peaks, is now also a famous destination for trekkers and mountaineers and is still, as in the times of De Filippi and the Duke of the Abruzzi, an invaluable field for on-site scientific exploration.

A hundred years on, to celebrate the centenary of this Expedition, the Society for Geographical Studies, the Department of Historical and Geographical Studies, the Natural History Museum of Florence University, the Ev-K2-CNR and the Italian Geographical Society are promoting exhibitions of photographic, documentary and valuable original materials of great interest.
In the sections of this web portal the user can find all the relevant material, information and projects related to the De Filippi Expedition Centenary.
The Centenary web portal is edited by Laura Cassi and Francesco Zan



Dateda: 30/11/2012 - a: 15/03/2013

LuogoArchivio Storico del Comune di Firenze
Palazzo Bastogi, Via dell'Oriuolo, 33-35 - 50122 (FIRENZE)

OrganizzatoriMuseo di Storia Naturale - Università di Firenze
Tel. 055 2757058 - 055. 2757480

Orario:
lunedì e venerdi: 10.30-16; da martedì a giovedì: 10,30-18. Sabato e domenica: chiuso.
ingresso libero


INFO
055 2616527







 Short Time II - nuove creazioni per Maggiodanza  
  Piccolo Teatro
Giovedì 21 febbraio 2013, ore 20.30
Sabato 23 febbraio, ore 18.00
Domenica 24 febbraio, ore 20.30
Martedì 26 febbraio, ore 15.30

Short Time è il primo contest in Italia ad offrire un’occasione davvero straordinaria a giovani coreografi di talento: eseguire -realizzate da MaggioDanza- le proprie creazioni dinnanzi a un parterre di critici, che può dare loro, dopo un’attenta valutazione, l’opportunità di creare uno spettacolo per le stagioni di balletto a Firenze.

Si tratta di una vetrina, ideata da Francesco Ventriglia, per dischiudere alla critica nazionale ed internazionale, al pubblico appassionato e agli addetti ai lavori, un laboratorio dall’alta qualità artistica, che mette gratuitamente a disposizione dei giovani talenti della danza contemporanea: il Corpo di Ballo del Maggio Musicale Fiorentino, il palcoscenico, la struttura ed i servizi del Teatro fiorentino; una think-tank ideata per rinnovare, creare, sperimentare.

Quest’anno il contest Short-Time è stato programmato al Piccolo Teatro (21-16 febbraio), in contemporanea a Danzainfiera (21-24 febbraio), per sancire e consolidare una collaborazione sul territorio fiorentino, molto attento e attivo nei confronti della danza.

INFO
055 2779350

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