martedì 2 aprile 2013

Florence for free / Firenze gratis

                            APRILE 2013
student

 

 

 

 EVENTI  APRILE 2013  - FIRENZE

Un'asta a sostegno delle attività della Fondazione Studio Marangoni


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Auction 2013



23th and 24th May 2013, Florence

Auction in aid of Fondazione Studio Marangoni




L'asta silenziosa del 2011 è stata un successo, andando ben oltre le nostre aspettative. Grazie al supporto di quanti hanno partecipato all'iniziativa abbiamo potuto continuare a promuovere la fotografia italiana attraverso un programma didattico ed espositivo di qualità, workshop e seminari. Per portare avanti tale programma e tener fede alla mission che ha contraddistinto la FSM sin dalla sua fondazione, stiamo organizzando l'Asta2013, che avrà luogo nel mese di Aprile e che speriamo possa eguagliare gli ottimi risultati ottenuti in passato.

dal - al
fsmgallery, via San Zanobi19R
 
mostra a cura di Alessandra Capodacqua

6 aprile _ 3 maggio 2013
dal lunedì al venerdì con orario 15/19 o su appuntamento
Ingresso libero
Firenze - Toscanahttp://www.studiomarangoni.it/
the look out
mostra a cura di Alessandra Capodacqua

6 aprile _ 3 maggio 2013
dal lunedì al venerdì con orario 15/19 o su appuntamento
Ingresso libero

Misteriose, inquietanti, surreali. Le immagini di Stefano Rovai sono state scattate in luoghi remoti. Nel suo viaggiare per il mondo, Rovai si muove silenzioso e attento, definendosi un palo - da qui il titolo della mostra the look out. Sorveglia, vigila, osserva spostandosi lungo meridiani e paralleli del mondo, fissando con il suo obiettivo una nostalgia ignota e accarezzando al tempo stesso con gentilezza e attenzione i luoghi, le persone, gli sguardi.

Fondazione Studio Marangoni
via San Zanobi 19r/32r
50129 Firenze
T. 055 280368 M. 345 7206260 F. 055 215052
exhibitions@studiomarangoni.it



 
 
 
 
 
Galleria Alessandro Bagnai

MOSTRE

DESSI' - DEVAL - NUNZIO

28 Febbraio 2013 - 20 Aprile 2013







Aniconica

9 artisti contemporanei in mostra.
Catalogo con introduzione di Giovanna Cardini.
In collaborazione con la galleria Mercurio Arte Contemporanea di Viareggio.

Dipinti di: Gianni Belotti, Marco Bianchi, Guglielmo Clivati, Paolo Facchinetti, Sergio Lazzerini, Franco Margari, Gabriella Masiello, Alfa Pietta, Enrico Redolfi.

Merlino Bottega d'Arte, Firenze. 23 marzo - 24 aprile 2013

Nessuna immagine, nessuna forma riconoscibile e riconducibile al reale. Nell'astrattismo, l'Essere si rivela come gesto umano che s'imprime sulla materia: un incontro diretto tra l'artista e il mondo, sintesi straordinaria tra verità soggettiva ed oggettiva, testimonianza di un movimento teso ad esprimere l'emozione, non il pensiero.
L'emozione non si spiega, è essenzialmente fisica, azione del sangue, energia interiore il cui passaggio si percepisce sul corpo: di nuovo, sulla materia. Nasce così un insolito alfabeto, fatto di colori e segni che non possono esser presi e tradotti razionalmente in quanto figli di un sentire svincolato da qualunque regola e condizionamento esterno. Definita da Giulio Carlo Argan "iconografia del no", l'arte informale utilizza un linguaggio diverso da quello al quale siamo abituati, destrutturato e originale, nel quale non conta mai l'oggetto in sé quanto il suo rimando simbolico; per questo, non può esaurirsi nella pura contemplazione della bellezza, né si preoccupa di restituirci la realtà così come c'è stata presentata tante volte.
L'assenza di riferimenti iconografici promuove un dialogo nel quale la percezione diventa molto più importante del dato di fatto. L'autore si esprime attraverso la modalità del sentire e dell'agire umano che niente ha a che fare col sistema normativo codificato proprio della forma: la comunicazione con l'altro diventa così più fluida e più autentica, non mediata da un'immagine di riferimento che potrebbe ostacolarla, anziché facilitarla.
Questa rassegna raccoglie le opere di nove pittori contemporanei che hanno scelto di utilizzare il linguaggio non convenzionale per manifestare ognuno il proprio Esserci nel mondo reale e in quello dell'Arte.
Guglielmo Clivati porta avanti da molti anni una ricerca che trascende puntualmente il limite della forma traducendolo in movimento, così come Gianni Belotti che usa a tal fine la materia, oltre al colore. Gabriella Masiello realizza delicate composizioni cromatiche nelle quali possiamo immaginare d'intravedere qualsiasi motivo, percorso, o trama. Alfa Pietta traccia nello spazio suggestive verticali bianche al di là dello scorrere orizzontale del tempo, mentre Enrico Redolfi sceglie, per le sue opere, sfondi scuri sui quali si stagliano elementi dai toni bianchi, rossi e marroni. Luce vivida e colori complementari caratterizzano gran parte dei lavori di Franco Margari; Paolo Facchinetti gioca invece con quelli primari e ottiene un effetto 'liquido' di forte impatto visivo. Marco Bianchi è nelle sue raffinate geometrie d'oro, bianco e nero, e Sergio Lazzerini nei colori piuttosto tenui, tono su tono, destinati alla rappresentazione sintetica di altrettanti paesaggi interiori.
Sono nove sognatori, nove coscienze dietro, dentro la forma che hanno e che, ovviamente, conoscono bene. Nove realtà assolute, nove schermi che, pur rendendo possibile l'apparire del sogno della vita, non s'identificano mai con le molteplici forme che prende, né con il tempo che passa. E rimangono liberi.
Giovanna Cardini


opere in mostra
da 1 a 5 su 9



 









Torre degli Upezzinghi - Calcinaia (Pi)
30 marzo - 7 aprile 2013
Nel silenzio: personale di Guido Morelli
in collaborazione con la galleria Mercurio Arte Contemporanea di Viareggio

Nei suggestivi locali della medievale Torre degli Upezzinghi, viene presentato un ciclo di lavori realizzato negli ultimi anni dall'artista, nato a La Spezia nel 1967: oli su tela, dall'impronta materica, nei quali sono raffigurati sintetici paesaggi naturali. Morelli si concentra su un linguaggio psicologico del dipinto, allontanandosi da qualsiasi aspetto descrittivo e mirando ad una pura fusione di cromatismi e luminosità. La mostra, curata da Gianni Costa, è patrocinata dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Calcinaia ed è inserita nell'ambito della dodicesima edizione della rassegna 'Vico Vitri Arte'. E' corredata di catalogo con introduzione di Umberto Buscioni.
indirizzo: Via delle Vecchie Carceri s.n.c - Loc. Le Murate (FI) 
telefono: 338/3995511-329/4290905


Orario: tutti i giorni, 17.30 - 19.30.







Merlino Bottega d’Arte di Firenzedal al



Merlino Bottega d'Arte, via delle Vecchie Carceri
Firenze - Toscana
www.merlinobottegadarte.com
“Aniconica”: 9 astrattisti contemporanei alla Merlino Bottega d’Arte di Firenze
<p justify;"=""> Sabato 23 marzo 2013 alle ore 17.30, presso Merlino Bottega d’Arte in via delle Vecchie Carceri a Firenze, si inaugura la rassegna di pittura “Aniconica”.
In esposizione opere recenti di 9 pittori italiani contemporanei che hanno sviluppato nel tempo una coerente ricerca nel settore dell’astrazione e dell’informale: Gianni Belotti (Bergamo, 1934), Marco Bianchi (Pescia, 1944), Guglielmo Clivati (Bergamo, 1952), Paolo Facchinetti (Nembro, 1953), Sergio Lazzerini (Pisa, 1951), Franco Margari (Firenze, 1951), Gabriella Masiello (Firenze, 1959), Alfa Pietta (Romano di Lombardia, 1939), Enrico Redolfi (Seriate, 1938).
Così osserva Giovanna Cardini nell’introduzione del catalogo che correda la mostra: “Questa rassegna raccoglie opere di nove pittori contemporanei che hanno scelto di utilizzare il linguaggio non convenzionale per manifestare ognuno il proprio Esserci nel mondo reale e in quello dell’Arte. Sono nove sognatori, nove coscienze dietro, dentro la forma che hanno e che, ovviamente, conoscono bene. Nove realtà assolute, nove schermi che, pur rendendo possibile l’apparire del sogno della vita, non s’identificano mai con le molteplici forme che prende, né con il tempo che passa. E rimangono liberi”.
La mostra, organizzata in collaborazione con la galleria Mercurio Arte Contemporanea di Viareggio, è curata da Gianni Costa. Rimane aperta fino al 24 aprile 2013, dal martedì al sabato, con orario 17.30 - 20.00 (o su appuntamento: tel. 338 3995511).
Merlino Bottega d’Arte di Firenze
dal al

Le mostre e le esposizioni a Firenze dal 3 al 9 aprile


Immagine articolo - Il sito d&#039;Italia
Queste alcune mostre ed esposizioni in corso a Firenze dal 3 al 9 aprile:Cappelle Medicee. ''Nello splendore mediceo. Papa Leone X e Firenze''. Il museo delle cappelle medicee celebrera' la figura di Leone X, primo papa di casa medici, a cinquecento anni dall' elezione al soglio pontificio. dal 25 marzo al 6 ottobre. - Galleria degli Uffizi. ''Norma e capriccio. Spagnoli in Italia agli esordi della 'maniera moderna', prima mostra organizzata nel 2013 dalla Galleria degli Uffizi. Fino al 26 maggio. - Palazzo Strozzi. ''La Primavera del Rinascimento. La scultura e le arti a Firenze 1400-1460''. Rassegna concepita e realizzata in collaborazione con il Museo del Louvre. In dieci sezioni tematiche, la mostra illustrera' il momento in cui a Firenze e' nato il Rinascimento. 140 le opere esposte, molte delle quali di scultura Dal 23 marzo al 18 agosto. - Palazzo Strozzi. ''Un'idea di bellezza''. Opere d'arte contemporanea, tra cui lavori di Vanessa Beecroft, Chiara Camoni, Andreas Gefeller, Alicja Kwade, Isabel Rocamora, Anri Sala e Wilhelm Sasnal. Dal 29 marzo al 28 luglio. - Palazzo Medici Riccardi. '' The Dali' Universe''. Piu' di 100 opere del maestro del Surrealismo esposte. Dal 1 febbraio al 25 maggio. - Palazzo Pitti. ''Franco Guerzoni. La parete dimenticata''. Dal 23 febbraio al 7 aprile. - Palazzo Pitti. ''Lusso ed eleganza. La porcellana francese a corte e la manifattura Ginori. Fino al 23 giugno. - Villa Bardini. ''Da Boldini a De Pisis''. Dal 18 febbraio al 19 maggio. - Museo del Bargello. ''Percorsi di meraviglia. Opere restaurate del Bargello''. Dal 23 marzo al 18 agosto. - Palazzo Medici Riccardi. ''Lea Monetti. In principio fu Eva. L'urgenza della bellezza''. Sculture. Fino al 18 aprile. - Spazio mostre Ente cassa di risparmio di Firenze. ''Porcellane e cappelli fioriti da Firenze nel mondo''. Fino al 30 maggio. - Museo Marino Marini. ''Andrea Kvas. Campo''. Fino al 6 aprile. - Archivio Bonsanti. ''Il prologo di un tempo nuovo''. I dipinti del giovane Lorenzo Milani; le poesie di Ernesto Balducci nel periodo del seminario a Roma; disegni e poesie del futuro storico della Chiesa Michele Ranchetti, opere per inedite del periodo 1940-1943. Dal 27 marzo al 24 aprile. - Eduardo Secci Gallery. ''Francesco Sena. Miraggi''. Dal 15 marzo fino al 10 maggio.









 

Chador d'Occidente






A colloquio col grande fotografo del mondo arabo in versione pop. Che il 5  APRILE 2013 porta a Firenze la mostra «Vogue Arabe»


l'intervista
Chador d'Occidente
A colloquio col grande fotografo del mondo arabo in versione pop. Che il 5 porta a Firenze la mostra «Vogue Arabe»
La sua è una di quelle storie che non finiresti mai di raccontare. Sembra presa da uno di quei romanzi che ti parlano di vite sospese tra continenti, di partenze, lontananze, orizzonti verso cui andare. Lui è Hassan Hajjaj, nato cinquantadue anni fa vicino alle banchine di un porto marocchino, finito da adolescente a Londra per necessità e ora cittadino di due mondi, Africa ed Europa, che non si è mai stancato di pensare come una cosa sola. La sua professione? Difficile dirlo: fotografo, artista visivo, fashion designer. Dopo che la sua ultima personale Dakka Marrakech ha fatto il giro di mezzo mondo, per concludersi negli spazi del Victoria&Albert Museum di Londra, le sue fotografie arriveranno a Firenze, per una mostra tutta nuova, VogueArabe, che verrà inaugurata il 5 aprile (ore 18.30) all’Aria Art Gallery (in borgo SS. Apostoli). L’occasione è ghiotta, perché la mostra sarà all’interno del programma della quarta edizione del Middle East Now (all’Odeon e allo Stensen dal 3 all’8 aprile), il festival dedicato al cinema e alle arti visive e performative del Medio Oriente e del Nord Africa.

VogueArabe

«E pensare — racconta Hajjaj — che tutto è nato per caso. Quando ero bambino e mio padre viveva a Londra per mantenere la nostra famiglia, ogni due anni, in giorni particolari, mia madre metteva il vestito buono a me e alle mie sorelle, ci spruzzava addosso del profumo e ci portava dal vecchio fotografo della città, un certo Larache. Lì ci mettevamo in posa, per fare delle fotografie che poi spedivamo a nostro padre, in modo che ci potesse vedere, cresciuti e più belli che mai. È stato lì che per la prima volta ho visto le macchine fotografiche, le luci, e quel mondo che per magia trasformava tutto in immagini». A quattordici anni Hajjaj arrivò a Londra e fu uno shock volare via dal calore berbero del Marocco per finire nel caos frenetico della metropoli inglese: «I primi tempi furono difficili, avevo lasciato la scuola, dell’Inghilterra non conoscevo nulla e non ce la passavamo molto bene. Eppure Londra mi ha offerto quelle opportunità che probabilmente altrove non avrei avuto. Dopo aver fatto di tutto, dal giardiniere al cuoco, ho iniziato a vendere abiti di amici stilisti, prima nei mercati, poi in un piccolo negozio a Covent Garden, che aprii con mia moglie Vanessa. Gli affari cominciarono a girare e accanto alle firme più famose iniziammo a vendere anche capi che imitavano grandi marchi. Li confezionava un amico marocchino».
Erano gli anni Ottanta, un’epoca straordinaria per la moda e la cultura visiva underground londinese. È proprio in quegli anni che Hajjaj cerca di creare qualcosa di veramente suo. A trentacinque anni, con alle spalle una buona esperienza nel campo della moda e nell’organizzazione di show artistici di successo, inizia a puntare l’obbiettivo sulle sue radici ma con lo sguardo disincantato di chi ha fatto dell’imitazione e della contraffazione creativa il punto forte della propria espressività: «L’imitazione — spiega — è da molto tempo la forma più diffusa del linguaggio globale e così rappresentare la cultura da dove vengo attraverso questo filtro permette di mostrare quanto delle persone qualunque fotografate in una città del Marocco non siano poi così diverse da altre immortalate in altri paesi. È un po’ come avere lo spirito di Robin Hood, dando ai poveri quello che si ruba ai ricchi». Ecco allora da dove nasce il mondo figurativo, colorato e pop di Hajjaj (qualcuno l’ha definito, «l’Andy Wharol del mondo arabo»): splendidi volti femminili nascosti dietro un velo Gucci «taroccato», donne che accavallano sensualmente le gambe su alcuni motociclette vintage o ancora agghindate minacciosamente e sedute ai tavolini di un bar all’aperto, Charlie’s Angel in salsa berbera.
«Non so se questa sia ironia o ci sia dentro una provocazione — sostiene, sornione, il fotografo a proposito di questi personaggi e scorci di vita immortalati a Marrakesh — certo è che il glamour, le tendenze globali e i sogni delle ragazze che ne vogliono far parte sono simili in tutto il mondo. Anche per questo le mie fotoe hanno cornici di legno in cui sono inseriti, come in un mosaico, alcuni tra gli oggetti più comuni della nostra vita quotidiana: lattine di Coca-cola, scatole di fiammiferi, contenitori di plastica. Forse è triste ammetterlo, ma i marchi globali oggi comunicano a tutti le stesse cose». In questa sottile vena di malinconia sta forse la chiave per provare a reindirizzare lo sguardo di un artista che è molto più serio di quanto vorrebbe apparire. Non ci sarà da stupirsi se, come dice egli stesso, VogueArabe sarà una rilettura della superficie patinata dell’immaginario consumistico occidentale e di come esso susciti un fascino irresistibile sul mondo arabo.



 

 

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